Fight Club (на итальянском)
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Nel mondo reale io sono un coordinatore di operazioni di ritiro in giacca e cravatta, seduto al buio con la bocca piena di sangue a cambiare i valori di spesa e le dia mentre il mio capo spiega alla Microsoft come ha scelto per icona una particolare sfumatura di celeste fiordaliso.
Il primo fight club siamo stati io e Tyler a scazzottarci.
In passato era sufficiente, quando tornavo a casa rabbioso e sapevo che la mia vita non stava dietro al mio piano quinquennale, mettermi a ripulire l'appartamento o lucidare la macchina. Un giorno sarei morto senza una cicatrice addosso e avrei lasciato un gran bell'appartamento e una gran bella macchina. Molto, molto belli, fino al formarsi di un nuovo velo di polvere o fino all'arrivo di un nuovo proprietario. Non c'и niente di statico. Persino la Gioconda se ne va a pezzi. Da quando c'и il fight club posso far dondolare metа dei denti che ho in bocca.
Forse l'automiglioramento non
Tyler non ha mai conosciuto suo padre.
Forse la risposta и l'autodistruzione.
Tyler e io andiamo ancora al fight club, insieme. Il fight club и lo scantinato di un bar, adesso, il sabato sera, dopo l'ora di chiusura, e settimana dopo settimana, quando ci vai ci trovi piщ gente.
Tyler si piazza sotto l'unica luce al centro del nero scantinato di cemento e vede quella luce riflettersi nel buio in cento paia d'occhi. La prima cosa che Tyler grida и: «La prima regola del fight club и che non si parla del fight club».
«La seconda regola del fight club» grida Tyler, «и che non si parla del fight club.»
Quanto a me, io ho conosciuto mio padre per sei anni, ma non mi ricordo niente. Mio padre mette su una nuova famiglia in una nuova cittа ogni sei anni circa. Piщ che una nuova famiglia, и come se mettesse su una nuova filiale.
Quella che vedi al fight club и una generazione di uomini cresciuti da donne.
Tyler sotto l'unica luce nell'oscuritа del dopo mezzanotte in uno scantinato pieno di uomini, Tyler che snocciola le altre regole: dueuomini per combattimento, un combattimento per volta, niente scarpe niente camicia, il combattimento dura finchй vogliono i combattenti.
«E la settima regola» grida Tyler «и che se questa и la vostra prima sera al fight club, dovete combattere.»
Il fight club non и football in tv. Non sei lм a guardare un gruppo di uomini che non conosci e che dall'altra parte del mondo si pestano dal vivo via satellite con uno scarto di due minuti di ritardo, pubblicitа di birra ogni dieci minuti e interruzioni per l'identificazione dell'emittente. Dopo che sei stato al fight club, guardare football in tv и come guardare pornografia quando potresti fare ottimo sesso di persona.
Il fight club diventa la tua buona ragione per andare in palestra e tenere i capelli corti e tagliarti le unghie. Le palestre dove vai sono affollate di tizi che cercano di sembrare uomini, come se essere un uomo equivalesse ad avere l'aspetto che ha in mente uno scultore o un pubblicitario.
Come dice Tyler, anche un soufflй и bello pompato.
Mio padre non ha fatto l'universitа perciт era importantissimo che io facessi l'universitа. Dopo l'universitа l'ho chiamato in interurbana e gli ho chiesto, e adesso?
Mio padre non sapeva.
Quando mi sono trovato un lavoro e ho compiuto venticinque anni, in interurbana gli ho chiesto, e adesso? Mio padre non sapeva, cosм mi ha risposto: sposati.
Sono un ragazzo trentenne e mi domando se un'altra donna и davvero la risposta che mi occorre.
Quello che succede al fight club non succede a parole. Certi hanno bisogno di un combattimento alla settimana. Questa settimana Tyler dice che si batteranno i primi cinquanta che entrano e basta. Nessun altro.
La settimana scorsa ho battuto un dito sulla spalla di un tizio e siamo stati messi in lista per un combattimento. Lui doveva aver avuto una settimana tutta storta, mi ha inchiodato le braccia dietro la testa e mi ha sbattuto la faccia contro il pavimento finchй i denti mi hanno squarciato l'interno della guancia e un occhio mi si и gonfiato tanto che mi si и chiuso e si и messo a sanguinare e dopo che ho detto basta ho guardato giщ e sul pavimento c'era un'impronta della metа della mia faccia nel sangue.
Tyler mi ha affiancato e tutt'e due siamo rimasti a guardare la grande O della mia bocca con tutto il sangue intorno e la fessurina del mio occhio che ci fissava dal pavimento e Tyler dice: «Complimenti».
Io stringo la mano al tizio e gli dico che и stato un bel combattimento.
Lui mi dice: «Facciamo la settimana prossima?».
Io cerco di sorridere nel gonfiore e gli dico, ma guardami. Perchй non facciamo il mese prossimo?
Non c'и essere vivi come sei vivo al fight club. Quando sei tu e l'altro sotto quell'unica luce in mezzo a tutti quelli che guardano. Il fight club non c'entra con il vincere o perdere i combattimenti. Il fight club и questione di parole. Vedi un tizio che viene al fight club per la prima volta e ha il culo come una pagnotta bianca. Vedi lo stesso sei mesi dopo e sembra scolpito nel legno. Lo vedi che si sente sicuro di affrontare qualsiasi cosa. C'и casino al fight club come in ginnastica, ma il fight club non c'entra con il mettersi in tiro. Ci sono schiamazzi isterici in gergo come in chiesa e la domenica pomeriggio quando ti svegli ti senti redento.
Dopo il mio ultimo combattimento, il mio avversario ha pulito per terra mentre io chiamavo la mia assicurazione per informarli che passavo al pronto soccorso. All'ospedale Tyler dice che sono caduto.
Certe volte Tyler parla per me.
Mi sono ridotto cosм da me stesso.
Fuori stava spuntando il sole.
Non si parla del fight club perchй salvo che per cinque ore dalle due fino alle sette della domenica mattina il fight club non esiste.
Quando abbiamo inventato il fight club, io e Tyler, nessuno dei due aveva mai partecipato prima a un combattimento. Se non sei mai stato in combattimento sei pieno di interrogativi. Sei lм che ti chiedi com'и farsi male, cosa saresti capace di fare a un altro uomo. Io sono stato il primo a cui Tyler si и sentito di poter chiedere senza timore ed eravamo ubriachi tutt'e due in un bar dove a nessuno importava niente di noi, cosм Tyler ha detto: «Voglio che mi fai un favore. Voglio che mi tiri un cazzotto piщ forte che puoi».
Io non volevo, ma Tyler mi ha spiegato tutto, tutta la storia di non voler morire senza cicatrici, di essere stanco di vedere solo combattimenti di professionisti e di voler sapere di piщ di se stesso.
Mi ha raccontato dell'autodistruzione.
All'epoca la mia vita mi sembrava troppo completa e forse abbiamo bisogno di spaccare tutto per tirar fuori qualcosa di meglio da noi stessi. Mi sono guardato intorno e gli ho detto di sм. Va bene, gli ho detto, ma fuori nel parcheggio.
Cosм siamo usciti e gli ho chiesto se lo voleva in faccia o in pancia.