Fight Club (на итальянском)
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«Io accolgo la mia malata degenerazione putrescente» dice Maria alla brace in cima alla sua sigaretta. Maria si ruota la sigaretta nel soffice ventre bianco del braccio. «Brucia, strega, brucia.»
Tyler и di sopra in camera mia a guardarsi i denti nel mio specchio e dice che mi ha trovato un posto da cameriere part-time da banchetto.
«Al Pressman Hotel, se ti va di lavorare di sera» dice Tyler. «И un posto che ti servirа a fomentare il tuo odio di classe.»
Sм, rispondo, certo.
«Ti fanno portare un farfallino nero» dice Tyler. «Per lavorarci hai solo bisogno di una camicia bianca e un paio di calzoni neri.»
Sapone, Tyler. Gli dico che abbiamo bisogno di sapone. Abbiamo bisogno di fare un po' di sapone. Devo lavarmi i pantaloni.
Gli tengo i piedi mentre lui fa cento piegamenti.
«Per fare sapone prima dobbiamo squagliare del grasso.» Tyler
A parte le loro sbattute, Maria e Tyler non sono mai nella stessa stanza. Se Tyler и presente, Maria lo ignora. Vecchia storia per me.
И esattamente cosм che i miei genitori erano invisibili l'uno all'altro. Poi mio padre se n'и andato via per mettere su un'altra filiale.
Mio padre diceva sempre: «Sposati prima che il sesso diventi noioso, altrimenti non ti sposerai mai».
Mia madre diceva: «Non comperare mai niente con una cerniera lampo di nylon».
I miei non dicevano mai niente che ti verrebbe voglia di ricamare su un cuscino.
Tyler fa centonovantotto piegamenti. Centonovantanove. Duecento.
Tyler indossa una specie di vestaglia di flanella unta e calzoni di tuta. «Fai uscire Maria di casa» dice Tyler. «Manda Maria giщ a comperare un barattolo di lisciva. La lisciva in scaglie. Non quella in cristalli. Sbarazzati di lei.»
E io che torno a quando avevo sei anni e portavo messaggi avanti e indietro tra i miei genitori che avevano rotto. Lo detestavo quando avevo sei anni. Lo detesto ora. Tyler comincia a fare sollevamenti delle gambe e io scendo a dire a Maria: la lisciva del tipo in scaglie. Le do un biglietto da dieci dollari e la mia tessera dell'autobus. Mentre Maria и ancora seduta al tavolo della cucina, io le sfilo dalle dita la sigaretta ai chiodi di garofano. Facile facile. Con un canovaccio le ripulisco le macchie rosso ruggine sul braccio, dove le croste delle bruciature si sono crepate e hanno cominciato a sanguinare. Poi le infilo un piede dopo l'altro nelle scarpe con i tacchi alti.
Maria mi guarda fare il mio pezzo da principe azzurro con le sue scarpe e dice: «Sono entrata da me. Credevo che in casa non ci fosse nessuno. Non c'и la serratura sulla porta».
Io non dico niente.
«Sai, la scarpetta di vetro della nostra generazione и il preservativo. Te la infili quando incontri uno sconosciuto. Balli tutta notte, poi lo butti via. Il preservativo, voglio dire. Non lo sconosciuto.»
Io non sto parlando con Maria. Puт anche intromettersi nei miei gruppi di sostegno e tra me e Tyler, ma mai e poi mai sarа mia amica.
«И tutta mattina che ti aspetto qui.»
Sbocciano e sfioriscono i fiori
Il vento porta farfalle o neve
Sordo и il sasso
Maria si alza dal tavolo e indossa un vestito blu senza maniche di non so che stoffa lucida. Maria si pizzica l'orlo della sottana e lo rigira per farmi vedere i punti della cucitura all'interno. Non ha le mutande. E mi strizza l'occhio.
«Volevo farti vedere il mio vestito» dice Maria «И un vestito da damigella d'onore ed и tutto cucito a mano. Ti piace? Era in vendita all'usato per un dollaro. Qualcuno ha fatto tutti questi punti piccoli piccoli per un vestito cosм orribilmente brutto» dice Maria. «Incredibile, eh?»
La sottana и piщ lunga da una parte che dall'altra e il girovita le orbita basso sui fianchi.
Prima di uscire per andare al negozio, Maria si solleva la sottana con la punta delle dita e fa qualche passo di danza intorno a me e al tavolo, fa volare il culo dentro la sottana. Quello che ama, dice Maria, sono tutte le cose che la gente adora e poi butta via un giorno o un'ora dopo. Il modo in cui un albero di Natale и al centro dell'attenzione e poi, dopo Natale, vedi tutti quegli alberi di Natale morti con le striscioline di carta stagnola ancora appese, gettati ai bordi della strada. Vedi quegli alberi e pensi a tutti gli animali travolti dagli automobilisti o alle vittime dei maniaci sessuali con le mutande infilate alla rovescia e le braccia legate con nastro adesivo nero da elettricista.
Io voglio solo che se ne vada.
«Il posto dove andare и al centro di raccolta degli animali» dice Maria. «Dove ci sono tutti quegli animali, i cagnolini e i mici che la gente ha tanto amato e ha buttato via, anche gli animali vecchi, che ballano e spiccano salti per attirare la tua attenzione perchй dopo tre giorni gli danno un'overdose di fenobarbital e poi via nel grosso forno.
«Il grande sonno, stile "Valle dei Cani".
«Dove anche se qualcuno ti vuole abbastanza bene da salvarti la vita, ti castrano lo stesso.» Maria mi guarda come se fossi io quello che se la sbatte e chiede: «Non posso spuntarla con te, vero?».
Maria esce dalla porta sul retro cantando quella canzone, Valley of the Dolls, roba da farti accapponare la pelle.
Io la guardo andar via.
Ci sono uno, due, tre momenti di silenzio prima che tutta Maria sia uscita dalla stanza.
Mi giro ed и apparso Tyler.
«L'hai scaricata?» chiede Tyler.
Non un rumore, non un odore, Tyler и apparso cosм.
«Per prima cosa» dice Tyler, e balza dalla soglia della cucina a frugare in frigorifero. «Per prima cosa dobbiamo far squagliare del grasso.»
A proposito del mio capo, dice Tyler, se sono davvero arrabbiato dovrei andare all'ufficio postale a compilare un modulo di cambio d'indirizzo e fargli mandare tutta la posta a Rugby, North Dakota.
Tyler comincia a tirar fuori sacchetti di roba bianca congelata e li butta nel lavello. Io intanto dovrei mettere sul fornello un pentolone pieno quasi completamente di acqua. Troppo poca acqua e il grasso si scurisce e produce sego.
«Questo grasso» dice Tyler, «ha un mucchio di sale, perciт piщ acqua c'и, meglio и.»