La pazzia
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"Zadornov aveva ragione", pens`o Boris, "non si possono fare molti soldi in Russia senza rubare…".
Boris non amava le persone, cercava di ridurre al minimo la comunicazione con loro, ma il suo lavoro lo obbligava a salutare gli occupanti dell'edificio. In questi momenti lui, eroe di guerra, sperimenta un'altra sensazione nuova: l'umiliazione. Si sentiva come un ospite non invitato, qualcuno che stava sbirciando furtivamente attraverso la porta di una vita ricca, e sapeva che non avrebbe mai fatto parte di questo mondo chiuso per i comuni mortali.
A trentasei anni, la guardia dell'agenzia privata aveva subito solo una contusione, che non aveva mai dimenticato con una persistente emicrania, ma aveva ereditato dalla madre una stanza in un appartamento comune. Con l'arrivo del caldo in citt`a, i mal di testa si fecero pi`u frequenti e, nei giorni in cui il disturbo si faceva inesorabilmente sentire, Boris si rifugiava al fresco dei sotterranei, catturando con le labbra l'aria puzzolente dei fumi di benzina.
In una di queste emicranie, cos`i forti da offuscare la vista e confondere i pensieri, Boris, cercando rifugio nella frescura del parcheggio, la vide l`i, una ragazza esile e bassa con i capelli biondi e ricci, e… il dolore si attenu`o. La sconosciuta usc`i dall'ingresso con una borsa sportiva in mano, sal`i su una delle auto parcheggiate e se ne and`o. Boris rimase a guardarla.
L'ha notata in seguito: per strada, durante una passeggiata nel parco. Lo sguardo del coraggioso soldato era attratto dalla ragazza, voleva catturare la sua immagine nella memoria: l'andatura leggera, i movimenti fluidi, la luce del sole che sembrava impigliarsi nei suoi lunghi capelli. Boris pass`o inosservato. La osserv`o di nascosto mentre chiacchierava con i vicini e sorrideva a qualcun altro. Non lui. Da lontano colse il suo sorriso e sorrise come per ricambiare.
Stamattina, scendendo al parcheggio, Boris ha fatto il suo solito percorso: ha percorso il perimetro del parcheggio e ha controllato che le stanze sul retro fossero chiuse. Mentre terminava il suo giro, la guardia sent`i il rumore di una porta che si apriva e, guidata da un sesto senso, si ferm`o. E si volt`o. Stava uscendo dalla porta, la sua sconosciuta, in una tuta leggera, non limitata nei movimenti, con una bottiglia d'acqua in una mano e una borsa sportiva nell'altra.
La ragazza sembrava fluttuare nello spazio, tanto era ipnotica la sua andatura, e i suoi piedi, calzati con scarpe da ginnastica chiare, toccavano appena il pavimento di cemento.
"Bellezza pura", balen`o nella mente della guardia, e in quel momento, come se avesse ascoltato i suoi pensieri, lo sconosciuto si gir`o verso di lui e sorrise, facendo s`i che la guardia si bloccasse e, trattenendo il respiro, guardasse la figura della ragazza che si allontanava.
Nel silenzio del parcheggio, il tintinnio delle chiavi, il bip dell'allarme, lo sbattere della portiera della Infiniti rosso scuro, che nascondeva lo sconosciuto alla vista, il lampeggiare delle luci, il rombo del motore, e l'auto che iniziava a rullare dolcemente verso l'uscita del parcheggio.
Dopo qualche secondo Boris cap`i cosa lo aveva confuso e si precipit`o dietro di lei, agitando le braccia nella speranza di attirare l'attenzione della ragazza al volante.
L'auto si ferm`o, il finestrino oscurato scivol`o gi`u senza problemi.
– Il tuo… faro… si `e spento", balbett`o Boris, tenendo gli occhi sul viso della ragazza.
Le sue parole erano confuse, i suoi pensieri dispersi. La guardia non poteva credere che colui che non aveva mai abbandonato la sua mente, e la cui figura stava cercando tra l'odiata folla senza volto, fosse cos`i vicino. Non riusciva a credere di poter sentire il delicato profumo che riempiva l'aria dell'interno della costosa auto. Boris si accorse a malapena di poter vedere lo sguardo interessato della giovane bellezza, e in quello sguardo non c'era un briciolo dell'arroganza che lo pungeva ogni volta che salutava gli altri occupanti.
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