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Il libro della pesca in mare
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Per convenzione reputeremo nel corso della descrizione delle varie tecniche di pesca, le banchine portuali assimilabili alla scogliera bassa.

Andando verso il largo la profondita delle acque inizia ad aumentare fino a raggiungere profondita che nel Mediterraneo superano i 4000 metri. Anche negli abissi esiste vita con pesci in cui l’apparato visivo e del tutto assente o insignificante mentre sono molto piu sviluppati altri sensi come ad esempio quello dell’olfatto.

La secca rappresenta il polo di attrazione e di concentrazione per molte specie ittiche ed essa altra non e che la sommita di rilievi sottomarini che magari partendo da profondita di 700- 800 metri hanno una “vetta” a 150 – 300 metri dalla superficie; ma anche per fondali meno accentuati, ad esempio di 70 – 80 metri, un rilievo del fondo che arriva a 20 – 25 metri dalla superficie rappresenta il cappello di una secca. Andando ancora verso terra, se ad esempio abbiamo un fondale di 15 – 20 metri ed un sollevamento fino a 2 – 3 metri dalla superficie parleremo di scogli semi affioranti, spesso segnalati poiche rappresentano un pericolo per la navigazione ma queste formazioni specie se presenti su fondali piatti ed a solo fango o solo sabbia, possono rappresentare un polo attrattivo per molte specie e sono assimilabili nelle funzioni di pesca a quella dei relitti sommersi che hanno piu o meno la stessa funzione delle secche in quanto dopo un po’ di tempo, relitti di navi, di aerei, diventano tane o rifugio per pesci stanziali o solo di passaggio o da preda.

CAPITOLO 2-METEOROLOGIA MARINA

Andare per mare, sia da terra che con un natante, deve necessariamente presupporre un minimo di conoscenza dei fenomeni meteorologici legati ai movimenti dei venti e delle acqua.

Se andare al largo con un natante presume da parte del navigante la conoscenza dei bollettini, la loro elaborazione, l’individuazione precoce della situazione di rischio, per chi si reca a pescare da terra i pericolo sono sicuramente minori ma non mancano. Anche alcune situazioni apparentemente tranquille, come lo stare in spiaggia, possono nascondere pericoli; un temporale che si sviluppa all’orizzonte puo in poco tempo raggiungerci e gia le cariche elettrostatiche potranno fortemente infastidirci nell’impugnare le canne, di qualsiasi materiale esse siano, poi se iniziano a cadere fulmini tra cielo e terra allora e il caso, prima che questi ci raggiungano, di metterci al sicuro fino a rinunciare alla battuta di pesca.

Altre situazioni apparentemente innocue possono generare pericolo; ci trovavamo sulla spiaggia della Marmorata in Gallura, spiaggia che si raggiunge attraverso una discesa abbastanza ripida. Sorpresi da un nubifragio improvviso ci trovammo nella situazione, risolta poi favorevolmente, di trovarci con mare montante che invadeva la spiaggia e le acque pluviali che dalla scoscesa discesa invadevano dalle nostre spalle l’arenile; eravamo con le gambe in acqua, con gli stivali solo d’impaccio senza capire se i piedi erano in ammollo in mare o nell’acqua pluviale.

Dunque un minimo di nozioni dovremo conoscerle e saper distinguere almeno tra un’area di alta pressione da una di bassa, sapere che l’alta pressione porta spesso tempo bello e stabile e saper anche che, specie nelle stagioni autunnali ed invernali, il riempimento barico che avviene nel passaggio da una situazione di bassa ad una di alta pressione, genera dei venti, spesso anche molto sostenuti.

E non tutte le alte pressioni sono foriere di bel tempo, ad esempio le alte pressioni siberiane tipiche dell’inverno, spesso provocano un blocco barico, ovvero un blocco delle masse d’aria con scarsa ventilazione che genera spessissimo fitta nebbia anche in riva al mare; in questo caso la nebbia rappresenta un pericolo sia per la navigazione sia che per gli spostamenti via terra.

Dovremo imparare a conoscere la differenza tra una circolazione ciclonica, che porta cattivo tempo ed una anticiclonica che porta bel tempo. A secondo del posto in cui ci troviamo dovremo imparare a leggere i bollettini ed imparare i moti di rotazione del vento in entrambi i casi. Giusto ad esempio, se ci troviamo in autunno sulla costa del basso Tirreno, l’arrivo di una perturbazione atlantica provochera inizialmente un richiamo o meglio un risucchio di masse d’ aria calda ed umida dalle coste africane ed avremo inizialmente scirocco che poi girera a libeccio, spesso devastante per quella costa, per poi girare verso la coda della perturbazione a ponente e poi a maestrale che chiudera la fase perturbata; ma se nella stessa situazione ci troveremo ad esempio in Adriatico la rotazioni dei venti non sara affatto analoga ed avremo spesso venti tra il levante ed il grecale con chiusura in tramontana.

Comunque cercando di fornirvi gli strumenti piu validi di interpretazione vi segnalo i vari siti meteo anche se quelli istituzionali sono i piu affidabili.

FORZA DEL MARE E FORZA DEL VENTO

Stato del mare e forza del vento sono due variabili della preparazione della battuta su cui pero spesso si tende a fare confusione.

L'intensita del vento e un parametro oggettivabile in quanto misurabile (generalmente in nodi) mentre la cosiddetta FORZA DEL MARE e comunque commisurata al punto dove viene effettuata la rilevazione; se supponiamo un vento che soffia da Ovest sulla costa tirrenica avremo mare mosso sia al largo che sotto costa mentre in Adriatico lo stesso vento, almeno sulle coste italiane, generera moto ondoso al largo mentre sottoriva potrebbe esserci assenza di moto ondoso; comunque senza volervi annoiare si sappia che la misurazione dell'intensita del vento avviene attraverso la scala di Beafort.

In sintesi vediamo in pratica come orientarci:

FORZA DEL MARE Forza 1 – 2 piccole increspature solo in corrispondenza di rilievi del fondo

Forza 3 piccole onde con presenza di poca risacca

Forza 4 iniziano a formarsi onde tendenti a rovesciarsi in corrispondenza di bassofondo

Forza 5 – 6 Onde formate; presenza di correnti sostenute ; nella fase iniziale della mareggiata prevalenza della primaria con piombi spesso scalzati; la situazione diventa ottimale quando la corrente secondaria riesce ad equilibrare la primaria

Forza 7 Siamo ai limiti della pescabilita; le onde sono in rapida successione; se contiamo piu di 18 onde al minuto sara opportuno cercare una spiaggia un po’ piu riparata.

Se questa scala trova maggiori riferimenti per la pesca dalla costa e parimenti utilizzabile anche per la pesca dalla barca. Se infatti a terra avremo la formazione di onde quando l’altezza della cresta sara di poco superiore al fondale sottostante, al largo avremo ugualmente situazione di mare mosso e se c’e vento teso anche di onde superficiali.

Capitolo 3- GLI ACCESSORI DI BASE

Per tutte le tecniche di pesca in mare alcuni accessori sono comuni anche diversificandosi nelle dimensioni e nelle forme.

LE LENZE

Il primo accessorio comune a qualsiasi tecnica e la lenza.

Essa puo essere in monofilo, in multifibra, in dacron oppure metallica.

La lenza piu usata e il monofilo in nylon utilizzato sia per imbobinare mulinelli che per la costruzione di travi e finali.

Un monofilo da mulinello deve possedere la caratteristica di grande morbidezza, in gergo tecnico assenza di memoria, in modo che la sua uscita non sia connotata da fastidiose piegature da parrucche che compromettono una buona distesa del filo.

I monofili da finale devono essere connotati invece da una buona rigidita ed una discreta elasticita, non troppo elevata ma un poco serve. Ormai siamo pero alla sostituzione dei classici monofili in nylon con gli ottimi fluorocarbonati che assicurano una invisibilita maggiore con il vantaggio di poter utilizzare lenze un po’ piu grosse e quando serve una maggiore resistenza all’attacco dei granchi. (dia 4) I diametri dei monofili si esprimono in centesimi di millimetri ed i due estremi li troviamo tra lo 0,06 utilizzato in casi estremi nella pesca con bolognese a diametri del 1,20 per i terminali da tonno.

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