Fight Club (на итальянском)
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Tyler dice: «Forte la signora».
E Albert puzza. «Albert, tesoro, tu puzzi» dice Leslie.
Non c'и modo di uscire da quel bagno senza puzzare, dice Albert. Tutti i flaconi di profumo sono in giro per terra, rotti, e ci sono un sacco di altre bottigliette dentro il water. Sembrano ghiaccio, dice Albert, come alle feste piщ sfarzose in albergo quando ci fanno riempire gli orinali di ghiaccio tritato. Il bagno puzza e il pavimento scricchiola di ghiaccioli che non si sciolgono e quando Albert aiuta Madame a rimettersi in piedi, Madame che ha il vestito bianco bagnato di macchie gialle, lei cerca di aggredire il marito con il coccio, scivola nel profumo e nei vetri rotti e cade sulle mani.
Piange e sanguina raggomitolata contro il water. Oh, come brucia, dice.
Il profumo, tutte quelle balene morte che le sono finite nei tagli sulle mani, il profumo brucia.
Il padrone di casa solleva Madame da terra e l'appoggia contro di sй. Madame tiene le mani alzate come se stesse pregando ma separate e il sangue le cola dai palmi, giщ per i polsi, su un braccialetto di diamanti e giщ fino ai gomiti, da dove gocciola.
E il padrone di casa dice: «Andrа tutto bene, Nina».
«Le mie mani, Walter» dice Madame.
«Andrа tutto bene.»
«Chi puт avermi fatto questo?» chiede Madame. «Chi puт odiarmi fino a questo punto?»
Ad Albert il padrone di casa dice: «Vuole chiamare un'ambulanza?».
Questa и stata la prima missione di Tyler come terrorista dell'industria dei servizi. Cameriere guerrigliero. Guastatore a paga minima. Tyler lo va facendo da anni, ma sostiene che и tutto piщ divertente quando lo si fa in compagnia.
Alla fine della storia di Albert, Tyler sorride e dice: «Complimenti».
Tornando all'albergo, ora come ora, nell'ascensore fermo tra la cucina e i piani dei saloni, racconto a Tyler di quando ho sternutito sulla trota in gelatina per il convegno dei dermatologi e tre persone mi hanno detto che era troppo salata e una persona mi ha detto che era squisita.
Tyler se lo scrolla sopra la zuppiera e dice che si и svuotato. И piщ facile con una minestra fredda, una vichyssoise o quando i cuochi fanno un gazpacho veramente gelido. И impossibile con quella zuppa di cipolle che si serve in tegamini ed и coperta da una crosticina di formaggio fuso. Se mai dovessi mangiare qui, и quella che ordinerei.
Si stava rimanendo a corto di idee, io e Tyler. Manomettere le pietanze viene a noia, entra quasi a far parte del lavoro. Poi sento uno dei dottori, avvocati, non so che cosa sono, dire che sull'acciaio inossidabile un germe di epatite puт vivere per sei mesi. C'и da chiedersi per quanto tempo potrebbe vivere quel germe su una charlotte al rum.
O su una mousse di salmone.
Ho chiesto al dottore dove potremmo mettere le mani su un po' di questi germi dell'epatite e lui и abbastanza ubriaco da ridere.
Finisce tutto nei rifiuti medici, dice.
E ride.
Tutto.
I rifiuti medici hanno sapore di raggiungimento del fondo. Con una mano sulla pulsantiera della cabina chiedo a Tyler se и pronto. La cicatrice sul dorso della mano si и gonfiata, и rossa e luccicante come un paio di labbra nella forma precisa del bacio di Tyler.
«Un secondo» dice Tyler.
La crema di pomodori deve essere ancora bella calda perchй l'aggeggio storto che Tyler si rimette nei calzoni
11
In Sudamerica, Tierra Encantadora, ci si potrebbe trovare a guadare un fiume dove pesci minuscoli risalirebbero a nuoto l'uretra di Tyler. I pesci hanno degli aculei che si aprono a ventaglio, inclinati all'indietro, cosicchй, quando sono entrati in Tyler, i pesci mettono su casa e si preparano a posare le uova. In molti modi il nostro sabato sera avrebbe potuto essere peggiore.
«Poteva andare peggio» dice Tyler alludendo alla mamma di Maria.
Io gli dico di chiudere il becco.
Tyler dice che il governo francese avrebbe potuto portarci in un complesso sotterraneo nei pressi di Parigi dove nemmeno dei chirurghi ma dei semplici tecnici non specializzati ci staccherebbero le palpebre con un rasoio nel quadro di un test di tossicitа per uno spray abbronzante.
«Cose che capitano» dice Tyler. «Leggi il giornale.»
Il guaio и che io sapevo che cosa aveva combinato Tyler con la mamma di Maria, ma per la prima volta da quando lo conoscevo, Tyler aveva soldi a disposizione. Tyler stava facendo quattrini veri. Prima di Natale ha chiamato Nordstrom lasciando un'ordinazione di duecento pezzi del sapone per viso di Tyler allo zucchero di canna. A venti dollari a saponetta, prezzo al dettaglio suggerito, avevamo i soldi per farci il sabato sera. Soldi per riparare la perdita nel tubo del gas. Andare a ballare. Senza la preoccupazione dei soldi, chissа che non riesca a lasciare il mio lavoro.
Tyler si fa chiamare Saponificio di Paper Street. La gente dice che и il miglior sapone di tutti i tempi.
«Il peggio sarebbe stato» dice Tyler, «che tu avessi mangiato per sbaglio la mamma di Maria.»
Con la bocca piena di pollo alle mandorle, io gli dico di chiudere quello stramaledetto becco.
Dove ci troviamo questo sabato sera и sul sedile anteriore di un'Impala del 1968 accasciata su due pneumatici a terra nella prima fila di una rivendita di macchine usate. Io e Tyler chiacchieriamo, beviamo birra dalle lattine, e il sedile anteriore di questa Impala и piщ grande di molti divani. Ci sono tutte queste rivendite da questa parte del boulevard, sono quelle che nel giro chiamano Pot Lot, dove tutte le macchine costano sui duecento dollari e durante il giorno gli zingari che le gestiscono piantonano i loro uffici in tavole di compensato facendo i signori.
Le macchine sono le prime vecchie carriole al cui volante si siedono i liceali: Gremlin e Pacer, Maverick e Hornet, Pinto, pickup International Harvester, Camaro e Duster e Impala. Macchine che la gente ama e poi scarica. Bestie al canile. Vestiti da damigella d'onore al negozio di indumenti usati. Con ammaccature e parafanghi e fascioni verdi o rossi o neri e grumi di stucco per carrozzeria che nessuno si и mai preso la briga di cartavetrare. Interni in legno di plastica e pelle di plastica e cromature di plastica. Di notte gli zingari non si disturbano nemmeno a chiudere a chiave le portiere.