Божественная комедия / Divina commedia
Шрифт:
ragionare – рассуждать
riposato – отдохнувший, спокойный
riscuotere – сильно трясти, встряхнуть
satirom — сатир
saviom – благоразумный, мудрец
scemare – уменьшать
schieraf — ряд, шеренга
sembiante – похожий, подобный
sembianzaf – образ, подобие
sennom – разум, рассудок
sirem – господин, государь
smorto – бледный
soave – нежный,
sospingere – толкать
sovrano – возвышающийся
spadaf — шпага
spemef — надежда
spesso – густой, часто
suolom – земля, почва
tremare – дрожать, трепетать
ubidente – послушный, покорный
virom — муж, мужчина
Canto V
Cos`i discesi del cerchio primaio [80]
gi`u nel secondo, che men loco cinghia
e tanto pi`u dolor, che punge a guaio.
Stavvi Min`os [81] orribilmente, e ringhia:
80
primaio = primo
81
Min`os – leggendario re di Creta, famoso per il suo senso della giustizia.
essamina le colpe ne l’intrata;
giudica e manda secondo ch’avvinghia.
Dico che quando l’anima mal nata
li vien dinanzi, tutta si confessa;
e quel conoscitor de le peccata
vede qual loco d’inferno `e da essa;
cignesi con la coda tante volte
quantunque gradi vuol che gi`u sia messa.
Sempre dinanzi a lui ne stanno molte:
vanno a vicenda ciascuna al giudizio,
dicono e odono e poi son gi`u volte.
“O tu che vieni al doloroso ospizio [82] ”,
disse Min`os a me quando mi vide,
lasciando l’atto di cotanto offizio [83] ,
“guarda com’ entri e di cui tu ti fide;
non t’inganni l’ampiezza de l’intrare!”.
E ‘l duca mio a lui: “Perch'e pur gride?
Non impedir lo suo fatale andare:
vuolsi cos`i col`a dove si puote
ci`o che si vuole, e pi`u non dimandare”.
82
doloroso ospizio – albergo del dolore, cio`e l’inferno
83
di cotanto offizio – del giudicare le anime
Or incomincian le dolenti note [84]
a farmisi sentire; or son venuto
l`a dove molto pianto mi percuote.
Io venni in loco d’ogne luce muto,
che mugghia come fa mar per tempesta,
se da contrari venti `e combattuto.
La bufera infernal, che mai non resta [85] ,
mena li spirti con la sua rapina;
voltando e percotendo li molesta.
Quando giungon davanti a la ruina,
84
le dolenti note – i dolorosi lamenti
85
mai non resta – che non avr`a mai fine e trascina con il suo impeto rapace
quivi le strida, il compianto, il lamento;
bestemmian quivi la virt`u divina.
Intesi ch’a cos`i fatto tormento
enno dannati i peccator carnali,
che la ragion sommettono [86] al talento.
E come li stornei ne portan l’ali
nel freddo tempo, a schiera larga e piena,
cos`i quel fiato li spiriti mali
di qua, di l`a, di gi`u, di s`u li mena;
nulla speranza li conforta mai,
86
sommettere = sottomettere
non che di posa, ma di minor pena.
E come i gru van cantando lor lai [87] ,
faccendo in aere di s'e lunga riga,
cos`i vid’ io venir, traendo guai,
ombre portate da la detta briga [88] ;
per ch’i’ dissi: “Maestro, chi son quelle
genti che l’aura nera s`i gastiga [89] ?”.
“La prima di color di cui novelle
tu vuo’ saper”, mi disse quelli allotta [90] ,
87
lai – cantilena lamentosa
88
briga = tempesta
89
gastigare = castigare
90
allotta = allora
“fu imperadrice [91] di molte favelle.
A vizio di lussuria fu s`i rotta,
che libito f'e licito in sua legge,
per t`orre [92] il biasmo [93] in che era condotta.
Ell’ `e Semiram`is, di cui si legge
che succedette a Nino e fu sua sposa:
tenne la terra che ‘l Soldan corregge [94] .
L’altra `e colei che s’ancise [95] amorosa,
91
imperatrice
92
togliere
93
biasmo = biasimo
94
che ‘l Soldan corregge – che il Sultano d’Egitto governa
95
ancidere = uccidere
e ruppe fede al cener di Sicheo;
poi `e Cleopatr`as lussur"iosa.
Elena vedi, per cui tanto reo
tempo si volse, e vedi ‘l grande Achille,
che con amore al fine combatteo.
Vedi Par`is, Tristano”; e pi`u di mille
ombre mostrommi e nominommi a dito,
ch’amor di nostra vita dipartille.
Poscia ch’io ebbi ‘l mio dottore udito
nomar [96] le donne antiche e ‘ cavalieri,
96
nominare