Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino
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Ma non aveva fatto ancora mezzo chilometro, che incontr`o per la strada una Volpe zoppa da un piede e un Gatto cieco da tutt’e due gli occhi che se ne andavano l`a l`a [51] , aiutandosi fra di loro. La Volpe, che era zoppa, camminava appoggiandosi al Gatto: e il Gatto, che era cieco, si lasciava guidare dalla Volpe.
– Buon giorno, Pinocchio – gli disse la Volpe, salutandolo garbatamente.
– Com’`e che sai il mio nome? – domand`o il burattino.
– Conosco bene il tuo babbo.
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l`a l`a –
– Dove l’hai veduto?
– L’ho veduto ieri sulla porta di casa sua.
– E che cosa faceva?
– Era in maniche di camicia e tremava dal freddo.
– Povero babbo! Ma, se Dio vuole, da oggi in poi non tremer`a pi`u!..
– Perch'e?
– Perch'e io sono diventato un gran signore.
– Un gran signore tu? – disse la Volpe, e cominci`o a ridere di un riso sguaiato: e il Gatto rideva anche lui, ma per non darlo a vedere [52] , si pettinava i baffi colle zampe davanti.
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ma per non darlo a vedere – но чтобы не подать виду
– C’`e poco da ridere – grid`o Pinocchio impermalito. – Mi dispiace davvero di farvi venire l’acquolina in bocca [53] , ma queste qui sono cinque bellissime monete d’oro.
E tir`o fuori le monete avute in regalo da Mangiafoco.
Al simpatico suono di quelle monete, la Volpe per un moto involontario allung`o la gamba che pareva rattrappita, e il Gatto spalanc`o tutt’e due gli occhi che parvero due lanterne verdi: ma poi li richiuse subito, che Pinocchio non si accorse di nulla.
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farvi venire l’acquolina in bocca – вызвать у вас аппетит
– E ora – gli domand`o la Volpe – che cosa vuoi farne di codeste monete?
– Prima di tutto – rispose il burattino – voglio comprare per il mio babbo una bella casacca nuova, tutta d’oro e d’argento e coi bottoni di brillanti: e poi voglio comprare un Abbecedario per me.
– Per te?
– Davvero: perch'e voglio andare a scuola e mettermi a studiare a buono.
– Guarda me! – disse la Volpe. – Per la passione sciocca di studiare ho perduto una gamba.
– Guarda me! – disse il Gatto. – Per la passione sciocca di studiare ho perduto la vista di tutti e due gli occhi.
In quel mentre [54] un Merlo bianco, che se ne stava appollaiato sulla siepe della strada, fece il suo solito verso e disse:
– Pinocchio, non dar retta [55] ai consigli dei cattivi compagni: se no, te ne pentirai!
Povero Merlo, non l’avesse mai detto! Il Gatto, spiccando un gran salto, gli si avvent`o addosso, e senza dargli nemmeno il tempo di dire ohi, se lo mangi`o in un boccone.
Mangiato che l’ebbe e ripulitosi la bocca, chiuse gli occhi, e ricominci`o a fare il cieco come prima.
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In quel mentre – в этот момент
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dar retta – прислушиваться
– Povero Merlo! – disse Pinocchio al Gatto – perch'e l’hai trattato cos`i male?
– Ho fatto per dargli una lezione. Cos`i un’altra volta imparer`a a non metter bocca nei discorsi degli altri.
Erano giunti pi`u che a mezza strada quando la Volpe, fermandosi, disse al burattino:
– Vuoi raddoppiare le tue monete d’oro?
– Cio`e?
– Vuoi tu, di cinque zecchini, farne cento, mille, duemila?
– Magari! e la maniera?
– La maniera `e facilissima. Invece di tornartene a casa tua, dovresti venir con noi.
– E dove mi volete condurre?
– Nel paese dei Barbagianni.
Pinocchio ci pens`o un poco, e poi disse risolutamente:
– No, non ci voglio venire. Oramai sono vicino a casa, e voglio andarmene a casa, dove c’`e il mio babbo che m’aspetta. Chi lo sa, quanto ha sospirato ieri, a non vedermi tornare. Pur troppo io sono stato un figliolo cattivo. E io l’ho provato a mie spese, perch'e mi sono capitate dimolte disgrazie, e anche ieri sera in casa di Mangiafoco, ho corso pericolo… Brrr! mi viene i bordoni [56] soltanto a pensarci!
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viene i bordoni –
– Dunque – disse la Volpe – vuoi proprio andare a casa tua? Allora va’ pure, e tanto peggio per te.
– Tanto peggio per te! – ripet`e il Gatto.
– Pensaci bene, Pinocchio, perch'e tu dai un calcio alla fortuna [57] .
– Alla fortuna! – ripet`e il Gatto.
– I tuoi cinque zecchini, dall’oggi al domani sarebbero diventati duemila.
– Duemila! – ripet`e il Gatto.
– Ma com’`e mai possibile che diventino tanti? – domand`o Pinocchio, restando a bocca aperta dallo stupore.
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tu dai un calcio alla fortuna – ты упускаешь случай / отказываешься от своего счастья
– Te lo spiego subito – disse la Volpe. – Bisogna sapere che nel paese dei Barbagianni c’`e un campo benedetto, chiamato da tutti il Campo dei miracoli. Tu fai in questo campo una piccola buca e ci metti dentro, per esempio, uno zecchino d’oro. Poi ricopri la buca con un po’ di terra: l’annaffi con due secchie d’acqua di fontana, ci getti sopra una presa di sale, e la sera te ne vai tranquillamente a letto.
Intanto, durante la notte, lo zecchino germoglia, e la mattina dopo, ritornando nel campo, che cosa trovi? Trovi un bell’albero carico di tanti zecchini d’oro quanti chicchi di grano pu`o avere una bella spiga nel mese di giugno.
– Sicch'e dunque – disse Pinocchio – se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?
– `E un conto facilissimo – rispose la Volpe – un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque, e la mattina dopo ti trovi in tasca duemilacinquecento zecchini.
– Oh che bella cosa! – grid`o Pinocchio, ballando dall’allegrezza. – Appena che questi zecchini li avr`o raccolti, ne prender`o per me duemila e gli altri cinquecento di pi`u li dar`o in regalo a voialtri due.